Capire perché ci si sente in un certo modo non cambia il modo in cui ci si sente, può al limite aiutarci a cambiare comportamenti. Infatti il trauma interessa l’intero organismo, non solo la mente; quindi il lavoro terapeutico va svolto a più livelli: cognitivo, emotivo e somatico.
Le esperienze traumatiche lasciano un segno nella mente, nelle emozioni e nella biologia, nel sistema immunitario, nella nostra capacità di entrare in intimità e di provare emozioni.
Molto tempo dopo la sua conclusione, un’esperienza traumatica può essere riattivata al minimo accenno di pericolo (trigger – promemoria del trauma) e riattivare i circuiti cerebrali disturbati secernendo ormoni dello stress, facendo precipitare il tutto in emozioni sgradevoli, sensazioni fisiche intense e azioni impulsive e dannose. Può essere riattivata facilmente perché ci può esesre uno stato di iper-arousal (così come di ipo-arousal in chi è distaccato).
Nel 70-80% dei casi, il nostro cervello e il nostro organismo guariscono spontaneamente, cioè le reazioni fisiologiche si risolvono naturalmente attraverso l’innato meccanismo di elaborazione delle informazioni.
Cosa succede quando l’evento non viene elaborato, quindi non digerito a livello fisiologico?
Il cervello emotivo continua a generare sensazioni che rendono impauriti e impotenti; il cervello razionale è impossibilitato a parlare col cervello emotivo.
Si crea così una dissociazione strutturale (anziché un’integrazione) per cui la persona resta divisa in due aspetti:
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ANP (personalità apparentemente normale): le permette di andare avanti nella quotidianità evitando i ricordi traumatici, socialmente funzionante, cerca di tener a bada le paure
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EP (personalità emozionale o post-traumatica): contiene i ricordi traumatici, teme il ritorno del ricordo traumatico o l’attaccamento (in caso di trauma infantile legato a una figura di attaccamento).
Si possono quindi creare tre tipi di dissociazione struuturale:
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primaria come nel Disturbo Post Traumatico da Stress: 1 ANP e 1 EP
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secondaria (Disturbo Borderline): 1 ANP e più EP
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terziaria (Disturbo Dissociativo dell’Identità): più ANP e più EP.
Fonte: S. Santarelli: “Structural Dissociation: una teoria esplicativa che spiega l’importanza del lavoro sul corpo” – Ancona 06/10/18