Il paziente desidera delle relazioni interpersonali ma ne è anche spaventato, al contrario del paziente schizoide che tende ugualmente a evitarle ma non mostra di desiderarle.
Questi individui evitano le relazioni e le occasioni sociali poiché temono l’umiliazione connessa con il fallimento e il dolore connesso con il rifiuto.
La caratteristica chiave anche nel DSM IV è la paura dell’umiliazione e del rifiuto che si traduce nel ritiro e nella timidezza sociale, e il nocciolo del disturbo è il comportamento sottomesso e adesivo, correlato ad un eccessivo bisogno del legame.
L’espressione del Sé è intimamente connessa col senso di vergogna: i pazienti temono ogni situazione in cui essi devono rivelare aspetti di se stessi che li rendono vulnerabili. Il loro Sé è inadeguato, non corrispondente ad uno standard interno (ideale dell’Io).
Considerazioni terapeutiche
La psicoterapia supportivo-espressiva e la psicoterapia di gruppo risultano molto efficaci. In particolare risultano validi i seguenti elementi:
supportivi:
– valutare empaticamente l’imbarazzo e l’umiliazione associati all’esporsi;
– incoraggiare ad esporsi comunque alle situazioni temute
espressivi:
– esplorare le cause della vergogna e il loro nesso con le esperienze infantili (soprattutto se il paziente è disposto a confrontarsi con le situazioni di paura).
Inizialmente i tentativi terapeutici potrebbero essere frustrati perché i pazienti non saranno completamente sicuri di cosa sia ciò che temono. Spesso ricorrono a cliché psichiatrici come quello del “rifiuto”, quindi il terapeuta deve cercare un maggior numero di dettagli sulle situazioni reali per aiutare il paziente a superare tali spiegazioni vaghe dell’evitamento.