Tutti noi abbiamo bisogno di svariate funzioni da oggetto-Sé (approvazione, empatia, validazione e ammirazione) per sostenere e per regolare la nostra autostima.
I soggetti che soffrono di Disturbo Dipendente di Personalità:
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non sono in grado di prendere decisioni da soli;
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sono insolitamente sottomessi;
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hanno sempre bisogno di rassicurazioni;
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non funzionano bene se qualcuno non si prenda cura di loro.
Molti pazienti sono cresciuti in famiglie in cui i genitori hanno comunicato che l’indipendenza è pregna di pericoli; di solito i genitori li hanno rifiutati di fronte ad ogni tentativo diretto verso la separazione e l’indipendenza.
Tali soggetti tendono quindi a reagire alla separazione fermandosi e piangendo, piuttosto che ad avere un comportamento autodistruttivo come ad es. i pazienti affetti da disturbo borderline di personalità.
La persona che costituisce l’oggetto dell’attaccamento del paziente può vivere le richieste di questi individui come ostili e tormentanti.
Già determinando la conclusione della terapia, i pazienti saranno costretti ad affrontare le proprie ansie più profonde relative alla perdita e all’indipendenza.
I rischi nella relazione di transfert possono essere costituiti dal fatto che:
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alcuni pazienti sono disposti ad apportare certi cambiamenti nella propria vita in cambio dell’approvazione del terapeuta
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altri possono divenire “pazienti a vita” in grado di mantenere un cambiamento finché sanno che il terapeuta sarà sempre lì per loro.
Dal punto di vista controtransferale, gli intensi desideri di dipendenza del paziente possono entrare in risonanza con i desideri inconsci del terapeuta e una sintonia empatica con tali desideri può risultare scomodo; d’altro canto, i terapeuti che rifiutano gli intensi desideri del paziente possono ripudiare allo stesso modo i propri desideri.