Caratteristiche fondamentali (Gunderson et al., 1975)
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intensa affettività depressiva o rabbiosa;
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impulsività;
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adattamento superficiale nelle situazioni sociali;
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episodi psicotici transitori;
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tendenza a perdere i nessi associativi in situazioni non strutturate;
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modelli relazionali instabili (dipendenza estrema o superficialità effimera).
Caratteristiche discriminanti (Gunderson et al., 1990)
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pensiero quasi-psicotico;
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automutilazioni;
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manipolatori tentativi di suicidio;
paure di essere abbandonati, fagocitati, annichiliti; -
severità/indulgenza;
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regressioni terapeutiche;
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difficoltà controtransferali.
Aspetti correlati
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tentano di stabilire relazioni esclusive con un’unica persona con cui non vi sia rischio di abbandono
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l’intimità con un’altra persona attiva due tipologie di ansia: timore di essere fagocitati dall’altro e panico all’idea di essere abbandonati
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per prevenire la solitudine e per ottenere rassicurazioni dalla persona amata, ricorrono a comportamenti autodistruttivi
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percezioni quasi-deliranti di essere abbandonati
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regressioni psicotiche transferali con i terapeuti (controtransfert: fantasie di salvezza, sentimenti di colpa, trasgressione dei limiti professionali, odio e rabbia, ansia e terrore, sentimenti di onnipotenza).
Epidemiologia e decorso
I tre quarti dei pazienti sono donne.
Il disturbo si palesa nella tarda adolescenza o prima età adulta.
Dopo 5 o 6 anni di psicoterapia, si può riscontrare un miglioramento.
Il 3-10% dei pazienti si suicida.
Analisi strutturale
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Manifestazioni non specifiche di debolezza dell’Io: mancanza di tolleranza all’angoscia, di controllo degli impulsi e di canali sublimatori evoluti.
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Scivolamento verso processi di pensiero primario: regressione ad un pensiero simil-psicotico per l’assenza di struttura o per la pressione di affetti intensi, anche se nel contesto di una integra valutazione della realtà.
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Operazioni difensive specifiche: scissione, idealizzazione primitiva, identificazione proiettiva, diniego, onnipotenza e svalutazione: espressione alternante di comportamenti ed atteggiamenti contraddittori che il paziente considera con mancanza di preoccupazione e con blando diniego; divisione in compartimenti di tutte le persone che fanno parte dell’ambiente del paziente in un settore di “tutti buoni” e in un settore di “tutti cattivi”; coesistenza di prospettive ed immagini di sé contraddittorie che si alternano nel loro predominio di giorno in giorno e di ora in ora.
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Relazioni d’oggetto patologiche interiorizzate: i pazienti non considerano negli altri l’insieme delle qualità positive e negative: li suddividono con polarità estreme, considerandoli “dei” o “demoni”; le percezioni che hanno degli altri possono alternarsi giornalmente tra idealizzazione e svalutazione.
Depressione nel disturbo borderline di personalità
Depressione caratterologica borderline | Disturbo depressivo maggiore |
Solitudine | Sentimenti di colpa |
Vuoto | Ritiro/Agitazione |
Rabbia conscia | Possibile suicidio |
Relazioni richiedenti, ostili, dipendenti | Relazioni stabili |
Preoccupazioni per la perdita interpersonale | Preoccupazioni per sconfitte e fallimenti |
Illusoria autosufficienza (storia di dipendenza) | Figure curanti ben accette (storia di indipendenza) |
Sintomatologia vegetativa più severa |
Caratteristiche comuni:
- Umore depresso: esordio precoce, grave
- Inutilità, impotenza
- Fame oggettuale
- Dipendenza nelle relazioni
- Fragile autostima
Comprensione psicodinamica
Kernberg:
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fissazione alla sottofase del riavvicinamento (fase separazione-individuazione di Mahler): il bambino è preoccupato che la madre scompaia e mostra preoccupazione per i suoi spostamenti; è come se i pazienti borderline rivivessero continuamente questa crisi infantile.
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assenza della costanza d’oggetto: incapacità ad integrare gli aspetti buoni e cattivi di se stesso e della madre con predominanza di introietti negativi.
Masterson & Rinsley:
Depressione abbandonica ogni volta che si presenta la prospettiva della separazione e dell’autonomia.
Il bambino riceve il messaggio che crescere ed individuarsi provocherà una perdita dell’amore e del sostegno materno; restare dipendenti costituisce l’unica possibilità disponibile di mantenere il legame materno.
Adler: Modello del deficit
Insufficienza: funzione materna inconsistente o insufficiente: mancato sviluppo di un oggetto interno contenente-confortante -> ricerca di funzioni oggetto-Sé provenienti dall’esterno.
Modello evolutivo della Fraiberg
La capacità evocativa di costruirsi un’immagine interna della figura materna, anche se fisicamente assente, non è presente nei pazienti borderline.
In situazioni critiche regrediscono fino a perdere la capacità di richiamare alla memoria le figure importanti del loro mondo che non sono presenti fisicamente, a meno che una fotografia non funga da stimolo mnestico.
Critiche dei modelli psicodinamici
E’ riduzionistico concentrarsi su una sottofase della separazione-individuazione: non c’è relazione lineare tra i disturbi in questa sottofase e psicopatologia nell’adulto. Entrambi i genitori (non solo la madre) trascurano le proprie responsabilità genitoriali (Mahler).
Studi recenti
Trauma infantile
Walsh (1977): molti pazienti hanno esperito una reale vittimizzazione nelle relazioni con i genitori e con le altre figure accudenti (abuso, ostilità, svalutazione).
Elevata incidenza di abusi durante l’infanzia (sessuali, fisici e violenze familiari): sovrapposizione con il disturbo post-traumatico da stress (DPTS). I sintomi percettivi, presenti in entrambi, tendono ad associarsi con: i ricordi traumatici nel DPTS; i sintomi attivati dalle relazioni nel Disturbo Borderline.
Le esperienze traumatiche possono contribuire alle difese che causano una distorsione dell’immagine (scissione, diniego, identificazione proiettiva): ad es. un genitore sadico deve essere separato dal genitore idealizzato nella fantasia.
Controllo anaffettivo
Entrambi i genitori falliscono nel fornire un supporto emozionale e ostacolano la separazione dei propri figli; i pazienti esperiscono i propri genitori come poco disponibili dal punto di vista emozionale.
Risultati
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Prospettiva eterogenea e complessa dell’eziologia e della patogenesi.
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Assenza di abuso o trascuratezza nel 20-40% dei pazienti: nessun fattore considerato separatamente è sufficiente o specifico per lo sviluppo di un BPD.
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Browne e Finkelhor: vari livelli di patogenicità dell’abuso sessuale: durata, frequenza, relazione tra chi usa violenza e il bambino (forma più patogena = incesto padre-figlia), età del bambino, esordio dell’abuso, tipo di atto sessuale, presenza o assenza di costrizione, scoperta e reazione dei genitori.
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Secondo altri studi, non c’è differenza tra incesto e abuso sessuale infantile extrafamiliare.
Ricerche biologiche
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Significativa diminuzione dell’attività serotoninergica nei maschi => impulsività.
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Deficit neurologico: deficit dell’attenzione, episodica dyscontrol syndrome, scarso controllo degli impulsi, disturbi della condotta.