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alleanza terapeutica

Il confronto empatico nella terapia del narcisista

narciso caravaggio

Behary ritiene che uno strumento fondamentale nella terapia del paziente affetto da Disturbo Narcisistico di Personalità, oltre alla relazione terapeutica in sé, sia il CONFRONTO EMPATICO, che va utilizzata sin dall’inizio della terapia, premettendo eventualmente al paziente che questo non comporterà un cambiamento repentino e che inizialmente sarà difficile per lui fidarsi del terapeuta.

Esempi di confronto empatico:

 – “Capisco che tu abbia imparato nella tua vita a essere sempre perfetto e nel giusto, hai fatto un ottimo lavoro da bambino ma non così nelle relazioni adulte in cui si dà e si riceve.”

– “Capisco che sei stato abituato così, che hai appreso questo, che hai dovuto apprendere queste strategie per sopravvivere, ma ora non funziona perché ti comporta problemi sul lavoro e nelle relazioni”.

– “Non penso che tu stia mentendo, ma non credo che questa sia la verità, perché credo che tutti gli esseri umani han bisogno di essere connessi con altre persone significative ma capisco che per te sia un problema essere connesso con gli altri perché subito ti sentiresti non adeguato. Per questo non vedi il problema in te e dici che tua moglie è troppo sensibile” (quando i pazienti negano o minimizzano i problemi nelle relazioni riportati dagli altri significativi).

– “Comprendo che tu non abbia detto queste cose per ferirmi ma quando dici queste cose alle persone viene voglia di allontanarsi da te” (ad es. quando il paziente svaluta o offende il terapeuta).

– “Io posso comprendere il perché ti comporti così perché sono Terapeuta, ma immagina come le altre persone si possono sentire”.

– “So che non era tua intenzione ferirmi e capisco che tu sia arrabbiato, ma non sono disponibile a darti altro tempo. E quando mi parli con quel tono di voce, è difficile per me prendermi cura di te e per me è fondamentale potermi prenderemi cura di te” (ad es. quando i pazienti chiedono tempo ulteriore alla fine della seduta e si irritano se il terapeuta non lo concede).

– “Sì, forse sono una persona sensibile e sono anche un professionista che ha studiato per comprenderti e capire questa parte di te. E se io che ho una formazione per poterti comprendere sento questo, pensa a come si possono sentire le altre persone” o “Se allora sai che sono sensibile, perchè fai fatica a essere compreensivo verso me?” (ad es. se i pazienti replicando affermano che il terapeuta si è offeso perché è troppo sensibile).