Le ossessioni si possono distinguere in vari sottotipi (e un paziente può appartenere a più sottotipi o transitare tra più sottotipi):
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checkers: ossessionati dall’idea che qualcosa possa essere sfuggito al loro controllo e che di conseguenza possa accadere un evento negativo di cui loro sarebbero colpevoli, per cui ricorrono tipicamente a compulsioni di controllo. Gli ossessivi non hanno una cattiva memoria ma non si fidano del loro ricordo e più controllano meno si fidano: dopo un po’ di tempo che una persona controlla, inizia a sentire sintomi di tipo dissociativo, quali stato di confusione, che portano a mettere ulteriormente in dubbio il ricordo. Qualcosa di simile avviene se per essere sicuri di aver svolto un controllo, ci si mette a fissare quello che si è fatto (“starring”): dopo aver fissato a lungo un punto, ognuno di noi finisce per mettere in dubbio la propria percezione
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washers: ossessionati dall’idea di essersi contaminati con sostanze disgustose e/o dannose per la salute e/o provenienti da persone immorali, per cui spesso sviluppano compulsioni di lavaggio svolte secondo un preciso rituale per evitare errori
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ordine e simmetria (molto frequente nei ragazzi): ossessionati dall’idea che oggetti o risultati delle proprie azioni non siano come dovrebbero essere, e ciò implica in alcuni casi timori di danni che spesso sono superstiziosi (es.: se qualcosa che mi appartiene non è a posto, io non sono a posto e la mia giornata non andrà bene), per cui effettuano compulsioni finalizzate a mettere le cose a posto o ad annullare scaramanticamente i rischi di danno. Questi pazienti sono cartaterizzati dalla Not Just Right Experience (NJRE), cioè dalla sensazione di non essere proprio a posto
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pensieri proibiti / tabù: ossessionati da: pensieri blasfemi (bestemmie); immagini aggressive (picchiare persone indifese); immagini o idee perverse (avere rapporti sessuali incestuosi); immagini o pensieri che si riferiscono a eventi negativi (ad es. che un familiare possa avere un incidente). Questi pensieri fanno venire sospetti o dubbi sulla propria moralità, che i pazienti tentano di neutralizzare attraverso compulsioni mentali come formule o preghiere. Ad es. molte persone che non accettano l’omosessualità mettono in dubbio il proprio orientamento sessuale.
Oltre alle compulsioni, i tentativi di soluzione alle ossessioni possono essere ruminazioni, evitamenti, richieste di rassicurazioni che spesso hanno il significato di condivisione di responsabilità. La ruminazione ossessiva consiste nel tentativo di falsificare ogni possibilità di pericolo.