Se normalmente il sistema di attaccamento (protezione dal pericolo attraverso la vicinanza a un altro) e il sistema di difesa (protezione dal pericolo attraverso l’attacco o la fuga) funzionano in sinergia (ad es. di fronte a un cane che abbaia, il bambino scappa – sistema di difesa – e si rifugia tra le braccia della madre – sistema di attaccamento; vedendo la madre che sgrida il cane e il fatto che il cane non fa niente, il bambino capisce che basta rifugiarsi tra le braccia della madre), nell’attaccamento disorganizzato (AD) i due sistemi, rivolti verso la stessa persona, entrano in conflitto. Così si crea la situazione di paura senza sbocco: l’attivazione dell’attaccamento non inibisce più il sistema di difesa, ma può riattivarlo.
Quindi, come è stato verificato in studi longitudinali, i bambini che a 18 mesi presentano un attaccamento disorganizzato successivamente tendono a inibire il sistema di attaccamento appunto perché causa disorganizzazione e dissociazione sia nel bambino sia nel caregiver e lo sostituiscono con le seguenti strategie:
– controllanti punitive (attivazione del sistema di rango al posto del sistema di attaccamento): il bambino scopre che se rimprovera la madre (“Mamma, sei cattiva e brutta!”), questa diventa triste, si colpevolizza, chiede scusa e fornisce accudimento; da adulto potrebbe quindi sviluppare un disturbo narcisistico o antisociale o borderline (patologie esternalizzanti), in cui più ha bisogno di cura, più punisce e colpisce l’altro; anche la mamma può ottenere i suoi vantaggi da questa situazione, ad es. il conforto degli altri lamentandosi di come è terribile il bambino o la colpevolizzazione se è ciò di cui ha bisogno
– controllanti accudenti (attivazione del sistema di accudimento al posto del sistema di attaccamento, cioé attaccamento invertito): il bambino si prende cura del genitore per ottenerne vicinanza; da adulto potrebbe sviluppare patologie internalizzanti come ansia, depressione o disturbo dipendente)
– attivazione del sistema sessuale invece del sistema di attaccamento: ad es. comportamenti reciprocamenti seduttivi senza sfociare nell’incesto
– controllanti accudenti con l’aggiunta dell’assunzione di un ruolo subordinato nel sistema di rango: ad es. una bambina può fare da Cenerentola perché la mamma non fa niente in casa, il padre può finire per apprezzare più la bambina della madre, quest’ultima se la prende con la bambina e la critica, per cui la bambina può continuare a svolgere il suo ruolo di Cenerentola e contemporaneamente criticarsi affermando di voler essere come la madre, per poterne ottenere vicinanza.
Le strategie controllanti sono deboli e quindi possono crollare per iperattivazione dell’attaccamento (traumi, separazioni) o invalidazione: il loro crollo può determinare processi, esperienze o sintomi dissociativi: se un trauma (es. molestia di un pedofilo, separazione tra i genitori, minaccia di separazione, litigio forte) porta a un forte bisogno di vicinanza (attaccamento), il bambino non utilizzerà più le strategie controllanti e allora riattiverà il sistema di attaccamento, ma anche la paura senza sbocco e quindi la dissociazione.