Il report annuale dell’OECD (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) rivela che nei Paesi industrializzati l’uso degli antidepressivi è raddoppiato negli ultimi 10 anni nonostante la prevalenza dei disturbi sia rimasta invariata.
L’organizzazione spiega tale dato a causa della tendenza a diagnosticare il disturbo anche laddove non è presente e a estendere il trattamento farmacologico anche a forme lievi di depressione, a disturbi d’ansia e alle fobie. I criteri diagnostici verrebbero quindi utilizzati in modo non appropriato e sarebbero già all’origine troppo generici: secondo l’OECD, non ci sarebbe un’adeguata distinzione tra forme moderate e gravi di depressione maggiore e non sarebbero sufficientemente restrittivi i criteri per forme depressive lievi.
La tendenza a una prescrizione “facile” degli antidepressivi sarebbe anche alla base dell’aumentato consumo di antidepressivi tra i bambini: negli Stati Uniti l’11% dei bambini sotto i 12 anni ha utilizzato questo tipo di farmaci nel 2011.
Inoltre i trattamenti tendono a diventare sempre più lunghi e con dosi maggiori.
Fonte: La Repubblica, 04/02/14, pag. 38