Tra gli approcci da me studiati nell’ambito della scuola di specializzazione rientra anche la Terapia della Gestalt di cui utilizzo alcune tecniche, ad es. quella della sedia vuota o quella per l’interpretazione dei sogni.
Per la Gestalt, come per le altre correnti umanistiche, l’uomo può essere libero da ogni determinismo e non è soltanto capace di superare le conseguenze dei conflitti del passato, ma che è anche in grado, nel presente, di condurre una vita significativa.
Perls, il fondatore della Terapia della Gestalt, sostiene che l’uomo si realizza solo quando riesce momento per momento a divenire consapevole delle sue esperienze e quando è capace di agire per stabilire l’equilibrio all’interno del suo organismo in relazione all’ambiente e di sviluppare le sue potenzialità in pieno rispetto dei diritti degli altri.
La terapia della Gestalt considera l’organismo come un’unità e totalità che funziona come un sistema. Il comportamento individuale deriva da come si organizza l’interdipendenza delle diverse parti che formano la totalità individuale, cioè dall’interazione organismo-ambiente.
Per condurre la vita in modo ottimale, l’individuo deve seguire il libero flusso delle gestalt, risultato dell’interazione dell’organismo con il suo ambiente in un processo totale e transazionale.
L’organismo si regola secondo il principio di emergenza, cioè assume la direzione quella gestalt che è più importante per la sopravvivenza dell’organismo nel momento.
Per Perls ci sono tre concetti fondamentali per studiare l’attività o i processi dell’organismo nel suo interagire con il mondo: contatto, confine, supporto.
Il contatto non è uno stato dell’organismo, ma la sua “percezione e elaborazione dell’altro”. Attraverso la percezione l’organismo diventa non soltanto consapevole della realtà ma anche e principalmente delle sue gestalt (es. idee, bisogni). Dopo aver stabilito il contatto, l’individuo sperimenta ciò che per lui ha o non ha valore nella realtà del contatto, e lo può assimilare sia facendolo suo sia respingendolo parzialmente o totalmente.
Nella Terapia della Gestalt non si ritiene che ogni gestalt deve essere chiusa (corrisposta, soddisfatta), ma l’agire individuale deve invece corrispondere alle esigenze ed agli interessi della situazione totale di cui l’individuo fa parte. La totalità esistenziale è costituita da due aspetti:
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bisogni organici, psichici e sociali, che hannolo scopo di raggiungere l’omeostasi;
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condizioni interne ed esterne.
Il Sé non si forma in qualche parte dell’organismo, ma si sviluppa nel confine del contatto tra organismo e ambiente. Le esperienze non si formano in qualsiasi parte del campo d’interazione ma avvengono al confine di contatto tra organismo e ambiente.
Il contatto diventa funzionale per l’organismo in quanto esiste un supporto per lui:
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ambientale o esterno, che avviene nella totalità d’interazione del campo oggettivo (es. nell’incoraggiamento, nella cura, nell’aiuto) da parte degli altri
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proprio o interno, quando la persona ha fiducia in se stessa e si aiuta da se stessa.
Il supporto facilita e sostiene la funzione di contatto e quando l’organismo ne sente la mancanza sperimenta ansia e diventa difensivo.
L’uomo completo e integrato è colui che maggiormente è consapevole dei diversi aspetti della propria esistenza e che, oltre a stare in contatto vissuto con essi, riesce a integrarli fino a formare una totalità. In questo senso, è più matura e integrata quella personalità che è maggiormente consapevole delle sue esperienze nel momento attuale e che riesce – senza essere bloccata da barriere(Io-limiti) – a integrarle in una totalità interdipendente o buona gestalt.
Quando l’organismo è bloccato dalle dinamiche o barriere esterne o da strutture interne o dalle gestalt fissate (idee o comportamenti ossessivi, tipo di carattere), allora lo spontaneo e libero flusso della gestalt e conseguentemente l’autoregolazione dell’organismo è inibita, l’organismo funziona male e la persona è disadattata.
Tra le gestalt fissate, il carattere costituisce un tipo di struttura meno funzionale alla vita, perché costringe un organismo ad un sistema fisso, rigido di vita. L’identità invece avviene attraverso la percezione e l’agire nel momento presente e si costruisce attraverso la dialettica tra corpo e mondo.
Altri criteri per valutare la maturità della personalità li troviamo nel grado dell’indipendenza dal supporto ambientale e nel grado dell’autonomia dell’autoconservazione, ossia «la maturità è lo sviluppo dal supporto ambientale all’autosupporto».
Questo passaggio comporta per l’individuo l’assunzione della responsabilità per se stesso.
Per Perls solo quando la persona mostra responsabilità e quando raggiunge l’autonomia riguardo al supporto, sviluppa il suo potenziale.