La personalità Ossessivo-Compulsiva rappresenta il controaltare di quella isterica. La sua principale caratteristica è il conformismo: gli Ossessivo-Compulsivi si sottomettono alle regole e alle leggi, si mostrano esageratamente coscienziosi e sono i giudici più critici e severi di se stessi. Poiché investono una energia considerevole nel compiere il loro dovere, hanno molta difficoltà a rilassarsi. Uno dei segnali più sicuri del buon esito del trattamento è quando imparano a rilassarsi e a giocare.
La spinta principale degli Ossessivo-Compulsivi è sii perfetto, accompagnata frequentemente dalla spinta secondaria sii forte o sforzati. In una fase precoce della loro vita hanno ricevuto l’ingiunzione non essere un bambino, a cui si adattano negando i propri sentimenti. Una ulteriore ingiunzione ricevuta è non sentire oppure non sentire certe cose, specialmente non sentire gioia. Hanno inoltre incorporato un messaggio di non essere intimo, che li porta ad avere notevoli conflitti nelle loro relazioni. A dispetto di questi conflitti e della loro difficoltà ad entrare in contatto con sentimenti di gioia, desiderano ardentemente entrare in intimità.
II terapeuta che lavora con gli Ossessivo-Compulsivi deve fare molta attenzione perché queste personalità sanno integrare molto bene l’informazione a livello cognitivo ma non a livello emotivo. Mentre danzano, per esempio, possono apparire sorridenti come se si stessero divertendo, mentre in realtà stanno contando “un, due e tre… un, due e tre…” sforzandosi di divertirsi e di ballare bene.
Gli Ossessivo-Compulsivi sono perfezionisti, intelligenti, organizzati ed investono ampiamente la loro energia nel pensiero, che costituisce dunque la porta aperta al trattamento. All’inizio è importante carezzarli proprio sul pensare: “Buon Dio, sono veramente impressionato per la chiarezza del tuo pensiero”. Se in seguito si chiede: “Mentre pensavi, cosa provavi?”, la risposta sarà quasi certamente: “Mah… stavo pensando”. II terapeuta dovrà insistere: “Lo so che pensavi, ma quali erano i tuoi sentimenti?”.
La cosiddetta porta “trappola” con loro è il comportamento. Se il terapeuta ci cade, ed invita la persona a cambiare un modello di comportamento, ha poche probabilità di ottenere un risultato. Per esempio, è inutile dire ad un ossessivo-fobico di smetterla di lavarsi le mani. Bisogna stimolarlo a passare dalla porta aperta, il pensiero, alla porta bersaglio, il sentimento prima che si realizzi un cambiamento comportamentale.
Un passaggio dal pensiero al sentimento per arrivare finalmente alla gioia di provare sentimenti piacevoli rappresenta l’obiettivo globale nel trattamento delle personalità Ossessivo-Compulsive.