Se di solito l’attenzione della psicologia in ambito legale viene posta sul criminale (criminologia), si è visto come sia importante studiare anche la vittima (vittimologia).
La vittimologia assolve a 3 funzioni:
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preventiva
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riparativa
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conoscitiva
La vittimologia porta a:
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diverse classificazioni della vittima
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calcolare il rischio di vittimizzazione
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considerare gli effetti del crimine sulla vittima
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ottenere informazioni preziose per le indagini
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considerare le dinamiche tra la vittima e il criminale.
Per Guglielmo Gulotta, la vittimologia è “una disciplina che ha per oggetto lo studio della vittima di un crimine, delle sue caratteristiche biologiche, psicologiche, morali, sociali e culturali, delle sue relazioni con il criminale e del ruolo che ha assunto nella genesi del crimine”.
Inizialmente la vittima veniva vista come passiva, del tutto estranea al reato, mentre con la vittimologia si intende vedere il ruolo della vittima nel reato, pur senza giustificare il criminale.
La vittimologia serve anche per il “criminal profiling”: nei delitti seriali, la vittima presenta infatti caratteristiche particolari.
Per John Douglas, le caratteristiche di un crimine hanno a che fare con manipolazione, dominio e controllo. La ritualità del delitto è un rito per ottenere piacere o ridurre sofferenza e ansia.
Spesso, nella ricerca del criminale, gli unici indizi sono costituiti dalle caratteristiche delle vittime, sulla base delle quali si cerca di risalire alle caratteristiche del criminale.
Nella maggior parte dei casi, i criminali seriali scelgono vittime su cui sia possibile eserciatre controllo, la cui personalità li possa far percepire deboli o emarginate.